Una grande nuova avventura…e il Polluce ( 4091 m. ) con gli sci
2 Ottobre 2018
l’alba dalla “quasi” cima della Tofana di Rozes, splendide emozioni !
2 Ottobre 2018
Ebbene si, siamo tornati sul Vajolet per una nuova giornata in parete, nonché per la prima uscita in dolomiti della “stagione”, una giornata e mezza per l’esattezza di roccia , compagnia e ambiente splendido !  La torre Delago l’abbiamo già scalata qualche anno fa per il famoso spigolo Piaz ( EMOZIONE 40 DEL BLOG ) questa volta invece,  la nostra idea è quella di salire la Torre Stabeler, la più alta e centrale delle tre. L’obiettivo è di fare lavia normale, una classica che con 6/7 tiri di corda che si alternano tra III e IV grado ti depositano sulla sua splendida , isolata e piccola cima.   Ma andiamo con ordine, sabato pomeriggio si parte da Padova verso la Val di Fassa , non faccio chiaramente la descrizione dell’avvicinamento ( visto quanto è famoso il luogo ) , dico solo che la preoccupazione  principale della serata era quella di salire e dormire al locale invernale del Vajolet sperando di trovare posto,  fortunatamente il locale , al nostro arrivo, sarà  deserto e devo dire molto confortevole. Arriviamo alla meta alle 21:30.

Siamo fiduciosi nella meteo , le previsioni danno la giornata di domenica come la migliore del fine settimana, le nuvole corrono veloci, la sveglia la fissiamo per le 05:30 , “sarà bene che ci buttiamo in branda e alla svelta” ci diciamo tra una risata e l’altra…domani si scala !  La notte passa serena, il locale invernale, che è provvisto di numerose coperte è un eccezionale punto di appoggio nel caso di rifugio chiuso, la mattina arriva inesorabile, fuori albeggia e il cielo dalla finestra fa presagire una giornata meravigliosa…LO SARA’ IN TUTTI I SENSI !   dopo qualche foto e un ottimo thè caldo con barrette e cioccolata siamo pronti per salire il sentiero verso il rifugio Re Alberto I, che in in alcuni punti è ancora sommerso di neve, in ogni caso c’è una bella traccia e in circa 45 minuti siamo al solito meraviglioso rifugio.Oggi la via la affronterò con Simone ( alle prime esperienze di roccia in Dolomiti ) e Vittorio con cui non ho mai arrampicato assieme , ma che di esperienza ne ha e risulterà un ottimo terzo di cordata. Sono le 07:45 quando salutiamo anche mio fratello che rimarrà al rifugio ( è salito anche lui a prendere una boccata d’aria fresca e a fare due foto ) e ci dirigiamo verso le torri.L’attacco è di facile individuazione, percorrendo la larga cengia in direzione est la si segue fino ad arrivare incorrispondenza dell’intaglio tra la Winkler ( che viso a monte è la cima di destra )  e la Stabeler ( quella a sinistra ) . questo punto segna l’inizio della nostra avventura . Dopo esserci preparati di tutto punto si parte !!!

Arrampicare sulle torri del Vajolet è sempre un’emozione unica, sei vicino ai rifugi ma sei in una sorta di universo parallelo, vedi i trekkers in lontananza che assomigliano più  a delle formiche, ma non senti nulla, solo il vento che ti culla i pensieri, non fai altro che pensare alle capacità straordinarie dei primi scalatori che hanno affrontato queste splendide guglie..una cosa indescrivibile pensare che Stabeler e Helversen la salirono nel 1892… si ! avete capito bene …più di 125 anni fa… molto spesso capita che in dolomiti si scali letteralmente nella Storia dell’Alpinismo e questo ne è un esempio chiaro… mentre arrampico il famoso camino/diedro della “candela” mi domando come diamine siano stati in grado di farlo la prima volta… La via regala vere emozioni non appena si affrontano le lunghezze  centrali, quando ci si alza di quota e il panorama si apre in tutte le direzioni dal Catinaccio ( e la sua parete nord  ) , alle Torri Settentrionali , al Catinaccio d’Antermoia, al Larsec e via più in fondo le Pale di San Martino e la Marmolada…insomma si è avvolti in un universo di roccia veramente speciale.

La mattina di domenica ci regala questo sogno , senza una nube in cielo, è una gioia arrivare in cima in perfetto orario alle 10:30 da soli…togliersi le scarpette e sedersi sul piccolo ripiano roccioso che sembra fatto apposta per contemplare il paradiso tra una foto e l’altra…pura magia.. Sono le 11:00 quando decidiamo che è ora di “levare le tende” e predisporre le doppie di discesa, noi abbiamo optato per la discesa dal lato sud ( quello che guarda al Re Alberto I ) utilizzando le solide soste della via Emmerich.

Dopo le calate in doppia in cui tutto fila liscio senza intoppi siamo di nuovo alla base della parete a farci le congratulazioni, una bellissima e rilassante giornata in montagna…non potevamo chiedere di meglio.

Torniamo al Re Alberto I a recuperare mio fratello e scendiamo stile “bob” sulle lingue di neve verso il Vajolet, e poi di corsa al Gardeccia dove ci aspetta un meritato pranzo e una bella birra !! 🙂 .  

Ringrazio Simone e Vittorio, validi compagni di arrampicata e  simpatica compagnia durante il week end , ringrazio anche mio fratello che nonostante non sia stato nei nostri nella scalata ci ha aiutato nella logistica trasportando acqua e viveri per l’intera uscita.

Ringrazio inoltre lo staff di quel rifugio paradisiaco che è il Re Alberto I, sempre disponibile nelle comunicazioni e negli aggiornamenti sulle condizioni delle vie e di accesso al rifugio. GRAZIE !

Alla prossima

Andrea 

si sale al tramonto

 

 

la notte incombe

 

 

l’alba

 

 

l’attacco della via, tra la winkler e la stabeler

 

 

in cima

 

 

calate