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Io :  ” Grande Lore…SIAMO IN CIMA , è stata dura…ma……( mi manca il fiato ) “

 

 

Lore : ” ma niente arriva mai senza fatica…. che spettacolo !!!  “

 

 

Io : ” già…. che spettacolo !!!…”

 

Si può riassumere in queste tre brevi frasi la nostra ultima salita, la mia action-cam registra la nostra voce mentre siamo appena giunti in cima al Polluce , una delle tante vette del massiccio del Monte Rosa che superano la fantastica quota di 4000 metri dopo un’estenuante due giorni di caldo anomalo  ( per essere fine aprile ) zaini stracarichi  e il classico malessere d’alta quota dei comuni alpinisti da pianura, quali noi siamo.

Siamo ” forti ” noi , ci diciamo al ritorno in auto dalla Val d’Aosta …dopo mesi di inattività in montagna ( l’ultima uscita per me è stata Emozione 54 ) ci mettiamo in testa l’idea di caricare gli zaini con 10 kg di materiale e tentare un 4000 in primavera con gli sci,  incuranti della fatica che patiremo, delle imprecazioni, della voglia di mollare….ma si sa…la testa e soprattutto il cuore sogna…sogna e sogna…e allora perché non tentare di dare vita ai sogni ?

 

Venerdì sera non lo nego,  sono stanco già prima di partire, so che ci aspetta un week end di fuoco, partiamo verso Valtournenche da Padova e arriviamo alle 00:20 pronti per piantare tenda in campeggio e coricarci per qualche ora, sperando di riposare…pronostico sbagliato...fa un freddo cane e di dormire neanche la ben più minima possibilità. Alle 7:30 di sabato siamo già in piedi frastornati e pronti per dirigerci a Cervinia .  Da qui prenderemo i tre “tronconi” di funivia che trasportano migliaia di turisti ogni anno dalla famosa cittadina Italiana al ghiacciaio del Plateau Rosà al confine con la Svizzera…ok da quota 2000 a quota 3470, in 15 minuti..beh ecco…come tagliare le gambe a due poveri padovani, questa è la ricetta giusta !

Con gli sci ai piedi , cominciamo la salita  costeggiando le piste da sci svizzere facendo qualche bella pausa di tanto in tanto per gustarci almeno il meraviglioso panorama che questo posto regala, In primo piano chiaramente il magico Cervino, tutta la corona imperiale svizzera con neanche a dirlo il Weisshorn e tutto il Rosa che piano piano si presenta davanti a noi !  ( Leggete anche emozione 45 ! i luoghi sono gli stessi ). Sono le 11:00 circa quando nei pressi della stazione svizzera del Piccolo Cervino deviamo dalla pista da sci valichiamo il Plateau dei Breithorn a quota 3800 circa.   In un momento di pausa e di riposo mentre ci rifocilliamo con delle barrette energetiche ci passa di fianco diretto all’Occidentale il grande Hervè Barmasse ( noto alpinista )  , lo salutiamo , lui ricambia velocemente il saluto e poi torna alla sua sessione di allenamento…rimaniamo basiti dalla velocità in salita di questo grande atleta.  Poco dopo questo piacevole incontro e dopo aver traversato il lungo pianoro iniziale siamo in procinto di iniziare il trasferimento verso est, togliamo le pelli e cominciamo a scivolare veloci sotto le altre cime del gruppo dei Breithorn ( il centrale, L’orientale , il Gemello, la Roccia Nera )

ghiacci eterni

lorenzo fa la strada

finalmente al rifugio..estenuante


Scivoliamo veloci fino ad arrivare ad un avvallamento che dovremo per forza valicare per avere libero accesso alla piccola valle glaciale che porta al rifugio guide d’Ayas. Questa non ce l’aspettavamo
 ! siamo parecchio stanchi, il Polluce ci fa subito gola in questo primo torrido giorno di alta quota , ma molto apertamente confido a Lorenzo che oggi proprio non ne ho…purtroppo sfuma quindi la doppietta di 4000 programmata ( ebbene volevamo concatenare i gemelli , il primo giorno Polluce e il secondo il Castore ) , ci concentreremo l’indomani solo su uno dei due, il quale lo decideremo all’alba di domenica, belli in forze.

Tornando al famigerato ultimo legnoso traverso siamo finalmente in vista del Passo di Verra ( il valico che divide Castore a Polluce ) il punto in qui cambiando assetto di sci ( da salita a discesa ) siamo pronti per filare come dei missili al rifugio ben 500 metri sotto di noi… La neve purtroppo non è granchè, il pendio bello arato , il caldo e la stanchezza poi sono la ciliegina sulla torta…arriviamo al Guide d’Ayas abbastanza frullati nella tempra e nello spirito…sono le 15:00…

appena arrivati ci scoliamo avidamente una birrozza…alla spina ! ..che finalmente ci rigenera lo spirito poi con calma portiamo armi e bagagli in camera. Nota positiva del rifugio, l’ottima pulizia e cordialità dei gestori , sempre alla mano, sempre gentili e disponibili…una piacevole scoperta !  Il panorama…beh…neanche a dirlo è incredibile, lingue di ghiaccio qua e la, seracchi grandi come condomini, che di tanto in tanto nelle ore più calde decidono di farla finita e si gettano nel vuoto di salti di roccia di centinaia di metri…EPICO è dire poco…si respira e si vive di alta montagna…non c’è che dire…il rifugio sorge su un luogo magico !!   Tra una passeggiata fronte rifugio e una pennichella di quando in quando in camera il pomeriggio passa veloce…recuperiamo forza , facciamo due parole e rimaniamo ipnotizzati dal panorama che dopo cena decide di colorarsi per un bel tramonto senza una nuvola, splendido… Sono le 20:00 quando dopo cena decidiamo di salire alle camere per dormire…ebbene si…alle 8 di sera…ancora chiaro in cielo sentiamo il bisogno di ricaricare le batterie a dovere in vista della giornata che ci aspetta…sappiamo che non dormiremo molto…in quota difficile dormire ( a patto che non si passino giornate e giornate di allenamento ) ma almeno passiamo un bel pò di ore a riposare degnamente…

La notte passa veloce, dormiamo poco ma almeno abbiamo una comoda stanza e dei letti morbidi in cui stare, sono le 05:15 quando la sveglia suona…non troppo presto per essere sinceri ma di tempo oggi ne avremo molto ed è bene partire con un pò di luce, il rifugio prende vita, dopotutto siamo al completo e le varie cordate si preparano e partono a varie ondate nell’arco di mezzora…noi siamo tra gli ultimi…ce la prendiamo comoda… fuori dal rifugio l’aria è frizzante, siamo sicuramente sotto lo zero, una brezza gelida ci da il buon giorno! salutiamo i gestori del rifugio e ci prepariamo di tutto punto….siamo di nuovo sul ghiacciaio.

 

alba sul ghiacciaio appena partiti

 

saliamo veloci, la notte ha ghiacciato per bene, in ogni caso ci leghiamo per due motivi principali, la sicurezza prima di tutto e per seconda saremo già pronti per attaccare il pendio di uno dei due 4000…ma quale ? facendo qualche valutazione soprattutto di tempistiche ( dobbiamo tenere presente che ci aspettano minimo 4 ore di auto per tornare a casa ) decidiamo di comune accordo di puntare al Polluce , salita che richiede meno tempo ma che risulterà a fin dei conti molto varia e di grande soddisfazione.

appena arriviamo nei pressi del Passo di Verra il sole fa capolino, ma noi torniamo nuovamente all’ombra delle rocce de Polluce per arrivare poco dopo nei pressi del’attacco del canalino di neve ghiacciata utilizzato durante il periodo dello scialpinismo ( d’estate si percorrono tutte le roccette dalla base.  Il pendio risulta ben gradinato e divertente , con pendenze mai esagerate, sui 50 °…in sostanza un buonissimo riscaldamento per i polpacci..saliamo veloci e sicuri, condizioni veramente TOP.  Finalmente, dopo una buona mezzora, cominciamo la sezione di misto, con roccette sporche di neve e ghiaccio, i ramponi scricchiolano sulla roccia, ma donano una certa sicurezza, nel frattempo il panorama si apre a sud , Lorenzo sale da primo e arriva poco dopo alle rocce che fanno parte del tratto chiave, una placca attrezzata con catene fisse che poi diventa camino e conduce nuovamente a placca appoggiata. Accorciamo la corda e saliamo il tratto chiave agevolmente arrivando finalmente alla madonnina dell’anti cima…la quota si fa sentire…

da sciocchi pensiamo sia finita qui la salita, sbagliando di brutto la previsione…si certo pensiamo ci sia l’ultima parte di cresta facile fino in cima…col cavolo ! la cresta sarà bella lunga, circa 20 minuti, inclinata al punto giusto da richiedere concentrazione massima…non si può sbagliare, per fortuna anche questa risulta bella gradinata , con fondo ghiacciato ( ottimo per i ramponi e la picca )

 

il tratto di rocce

 

 

la cresta finale

Sono le 10:00 circa quando siamo finalmente su questa bellissima cima…siamo contentissimi ! il panorama è INCREDIBILE..sembra che i tutti o quasi i 4000 si siano riuniti per salutarci ! purtroppo solo il Cervino non si nota oscurato dai Breithorn…ma per il resto…mamma mia che paradiso…e che GIORNATONA

In cima ci soffermiamo solo per qualche minuto, siamo soli ma in compagnia di uno splendido silenzio…dopo i complimenti di rito, la classica pacca sulla spalla alcune foto, ritroviamo la concentrazione per la discesa…siamo sempre e solo a 50% della strada…e la discesa come si sa è sempre la parte più rischiosa…volente e nolente la testa si rilassa per la cima raggiunta e il corpo vuole riposare…e tu devi sempre lottare per stare sempre all’occhio…soprattutto su una discesa tecnica nella prima parte sulla cresta che anche se ben tracciata non consente il minimo passo falso…scendiamo…

appena arrivati nuovamente alla madonnina ci ancoriamo alla sosta per affrontare in corda doppia la discesa delle rocce…scendiamo veloci e sicuri di fianco ad alcune cordate e poi a ritroso scendiamo per il canalino sempre ben ghiacciato…siamo nuovamente alla base !

finalmente possiamo rilassarci al deposito sci…una barretta, un pò di acqua…dopo pochi minuti però ci rimettiamo in marcia, ci aspetta tutto il traverso in salita per tornare nuovamente al Plateau dei Breithorn…sarà estenuante, infatti , il caldo patito il giorno prima ritornerà  prepotente…finalmente alle 13:30 siamo nuovamente al piccolo Cervino pronti per 1800 metri di discesa sugli sci percorrendo la chilometrica pista del Ventina…che porta direttamente a Cervinia . che figata !!!

Ebbene la gita si conclude con una grande nuova cima…due giornate al limite della bellezza…non una nuvola ci ha impedito di ammirare nuovamente la meraviglia dell’alta montagna…arrivati a Cervinia ci aspettano 5 ore di auto per tornare a casa…ma come sempre…tra opinioni, progetti e battute passeranno veloci come no mai…

Alla prossima salita

Andrea

verso la vetta

dalla cima verso i famigerati Lyskamm e le rimanenti cime del monte Rosa