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Carissimi, certe volte è doveroso rendere omaggio ai luoghi che frequentiamo per svago e passione, se ora possiamo farlo in compagnia di amici e persone care e possiamo farlo soprattutto in PACE è grazie alle persone che cent’anni fa,  lottarono e sacrificarono la loro vita per tutti noi.  In questo luogo “sacro” abbiamo salito una famosa e divertente via ferrata dedicata alle truppe alpine italiane che qui combatterono durante il primo conflitto mondiale.   L’arrivo della ferrata è la “cima” del Col dei Bos, rilievo di modesta entità , ma estremamente panoramico,  incastonato tra il più noto rilievo del Lagazuoi a ovest e dalla  prepotente e maestosa Tofana di Rozes a est.

La via che ne percorre la parete sud è uno dei tanti e vari itinerari “alpinistici” che salgono le sue pareti, un itinerario di impegno fisico moderato che ripaga ampiamente lo sforzo con scorci meravigliosi su tutte le dolomiti alternando passaggi atletici non propriamente semplici , facili trasferimenti su cenge di detriti a belle pareti di roccia salda e lavorata dove cominciare ad apprendere la “tecnica” dell’arrampicata, rimanendo sempre assicurati al cavo metallico.

E’ vero,  la ferrata è molto conosciuta, in ogni caso qui riporto qualche scatto fotografico e una veloce descrizione che per chi magari ha intenzione di ripeterla può tornare sicuramente utile.

Punto di partenza il famigerato “Ristorante da Strobel” sulla strada che porta a passo Falzarego, lasciata l’auto sul grande piazzale ci si dirige a est per sentiero sempre ben segnalato guadagnando quota tra i pini mughi e ammirando il panorama che via via si apre dietro di noi. Si arriva quindi ai ruderi di un ex insediamento militare della grande guerra, che si lascia sulla sinistra per proseguire ancora lungo la traccia che si inerpica per altri pochi metri in direzione della parete ( dai ruderi con viso rivolto a est l’attacco e’ di fronte a voi leggermente decentrato sulla sinistra )

Dopo essersi opportunamente preparati con casco, imbrago e dissipatore si è pronti per affrontare i primi verticali metri della ferrata che salgono un camino sempre ben appigliato ma un poco “unto” per il grande passaggio delle persone che quotidianamente percorrono il percorso. Badate bene che si tratta dei primi e fatidici metri , quelli più difficoltosi e atletici, quindi non spaventatevi, le difficoltà poi si attenueranno … anche se leggermente !

 

primi metri

Si prosegue per breve trasferimento verso sinistra per nuovo canalino di sfasciumi per poi salire ancora verticalmente ( o quasi ) su salti rocciosi e placche sempre ben articolare.  Il panorama si apre bene su tutte le dolomiti ampezzane anche se quelle prettamente ad est rimangono oscurante dalla parete che stiamo salendo.  Poco dopo queste belle e facili rampe ( da notale la roccia che è ancora , stranamente,  ben ruvida e non presenta particolari segni di usura ) arriviamo al punto più bello e caratteristico della ferrata, il facile traverso che aggira , da sinistra a destra una fascia di strapiombi.

Più impressionante da vedere , piuttosto che fare , il traverso risulta ben appigliato e lo spazio per camminare su i bellissimi appoggi abbonda, non ci resta che fare qualche foto scenografica, sporgendoci ( come tutti ) verso l’abisso con la mano salda sul cavo.

 

Dopo questo  bel passaggio si prosegue ancora per paretine articolate fino ad una spalla che risulta un facile trasferimento verso la seconda parte della ferrata.   Qui si presentano due possibilità : o si scende per sentiero all’attacco ( soluzione di ripiego se il tempo fa le bizze ) o si prosegue salendo la parte di parete di fronte a noi anch’essa interessante. Noi proseguiamo la salita per completare l’ascensione, siamo soli , non abbiamo nessuno davanti a noi , complice l’aver attaccato il giro al mattino presto ( molto consigliato ) Dopo qualche metro di cresta si scende ad una sella e svincolati dal cavo si prosegue in direzione nord per rampe di detriti verso il nuovo inizio dei cavi di acciaio.  Opportunamente assicurati si supera un passaggio non banale verso sinistra su roccia grigiastra e si prosegue sulla bella ed esposta parete ! Splendidi passaggi ci accompagnano su questi che sono a mio avviso circa 200 metri di sviluppo di roccia bellissima.

Poco prima dell’uscita un’ultima parete grigio/nera dà del filo da torcere anche se con un ultimo sforzo le fatiche si concludono poco dopo !!!

Siamo in prossimità della cima del Col dei Bos. , veramente una bella salita ! panorama eccezionale intorno a noi , temperatura ottima e brezza leggera e fresca completano il tutto e incorniciano un gran bel ricordo !  Proseguiamo ancora a nord su tracce erbose, per circa 10 min. fino ad arrivare alla croce di “vetta” rigorosamente fissata con filo spinato di fianco a innumerevoli resti della grande guerra:  trincee , cunicoli , buchi nel terreno ( granate e bombe varie )  A est il paesaggio è meravigliosamente dominato dalla parete ovest della Rozes, dove passa la famosa Ferrata Lipella , che magari un giorno andrò a fare e successivamente a recensire !

Pochi minuti passano dalle foto di vetta alla ripartenza per scendere alle auto, già che ci siamo ( dato che siamo alloggiati a San Vito di Cadore ) ne approfittiamo per pranzare in compagnia della nostra famiglia direttamente a casa.  Dalla cima per tracce ed ometti evidenti seguire a nord e poi deviare per il canalone che scende a sinistra verso sud/ovest. in poco più di 3/4 d’ora siamo nuovamente alle auto !

Qualche considerazione :

1 ) Anche se non sono un amante delle ferrate le considero comunque un ottimo modo per approcciare al mondo verticale e alla roccia. Questa , in special modo , mi sento di consigliarla in quanto se si hanno solamente le basi arrampicatorie di movimento e spostamento del baricentro ne risulterà una bellissima alternativa divertente ( io non ho mai messo le mani sul cavo bensì ho “arrampicato” sempre,  utilizzando il cavo solo come assicurazione e non come molti fanno , un corrimano ).

2) consiglio vivamente di essere all’attacco della ferrata alla mattina presto ( 7:30 / 8:00 )  , è una ferrata molto famosa e a volte congestionata di persone, per evitare tutto ciò, partire presto ( come abbiamo fatto noi ) rende il giro molto più piacevole invece che farlo diventare una sorta di coda al casello autostradale

3 ) fare attenzione nei tratti di trasferimento a non smuovere sassi e o detriti per rispetto nei confronti di chi ci stà sotto !MA QUESTA E’ UNA REGOLA BASE CHE IN MONTAGNA DEVE ESSERE SEMPRE RISPETTATA  !

spero le foto rendano il panorama e i passaggi della graziosa gita, e cosa ben più importante :

 
VIVA I NOSTRI ALPINI !!!!  

Al prossimo articolo quindi , vi porterò oltre i 3000 metri sulle splendide Tofane per un concatenamento ( anche qui ) di vie ferrate dalle caratteristiche diverse ma sempre meravigliosamente panoramiche !

Andrea !