Finalmente dopo vari tentativi e possibilità sfumate, si è avverato un sogno…quello di vedere scritto sull’altimetro dell’orologio per la prima volta 4000 metri…una quota magica che mi riconduce ai tanti libri di avventura letti riguardanti l’alta quota sulle nostre alpi… L’alta quota mi ha sempre attirato, mi hanno sempre attirato le magnifiche vedute che si possono godere in ambiente glaciale, mi sono sempre chiesto negli anni come il mio corpo avrebbe reagito ad una quota superiore a quella ormai assodata che varia dai 2000 ai 3000 delle dolomiti.
Come sempre per cercare di prendere tutto con la dovuta precauzione e senza strafare io e tutto il gruppo ( Simo, Comaz, Franz e Baldi ) abbiamo scelto di salire i due 4000 più semplici di tutte le alpi… i famosi Breithorn , in particolare il centrale e l’occidentale. Sono due monti che hanno conformazioni completamente diverse in base al punto di osservazione. Si trovano innanzitutto tra il confine Svizzera/Italia , da una parte c’è Zermatt ( CH ) e dall’altra Cervinia ( I )….due tra le più famose cittadine alpine. Dal versante che guarda l’Italia i due monti si notano per pendii non troppo inclinati…che degradano sull’omonimo Plateau glaciale ( pianoro ) …dal versante svizzero invece…beh qui la questione cambia…sono delle vere e proprie muraglie invalicabili di roccia e ghiaccio…due anime insomma…l’angelo e il diavolo….noi abbiamo optato per l’angelica e sicura salita del versante che guarda al nostro Paese ( anche se buona parte dell’itinerario l’abbiamo percorso in territorio svizzero )
Partiti da Padova venerdì alle ore 19:00 ci dirigiamo verso la Val d’Aosta…direzione Valtournenche…dove dormiremo in tenda in campeggio…arriviamo alle 23:30..giusto il tempo di posizionare la tenda che siamo belli che chiusi nei sacchi a pelo e pronti per il riposo. Sabato mattina sveglia alle 7…facciamo colazione…sistemiamo le tende e dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche in campeggio…siamo pronti in auto per salire a Cervinia.
Sono le 9 quando arriviamo al parcheggio degli impianti che ti portano in un batti baleno da 2000 metri ai 3500 quasi del Plateau Rosa…le propaggini occidentali del Monte Rosa e dei suoi ghiacciai. Questo week end però gli impianti sono in manutenzione…tutto chiuso ( ne eravamo a conoscenza ) quindi i 1300 metri di dislivello che ci separano dal Rifugio Teodulo li faremo a piedi…con calma fermandoci ripetutamente per non andare in affanno con la quota e per ossigenare in maniera corretta il corpo… per l’escursione non mi dilungo ..potete leggere l’articolo Emozione 26 dove descrivo la salita a fianco degli orribili impianti di risalita e dell’ambiente devastato dalle mani dell’uomo… Siamo al rifugio quindi in circa 3 ore e mezza, intervallando ogni 200 metri la salita a pause prolungate per gestire bene l’aumento di quota…ci sistemiamo l’attrezzatura e dopo un piccolo riposo pomeridiano ci prepariamo l’attrezzatura tecnica per il giorno seguente, usciamo dal rifugio e poco sotto ci leghiamo in cordata e ripassiamo nodi e manovre di soccorso.
sono le 17 circa quando finiamo di esercitarci e rientriamo in rifugio, giusto il tempo di preprare gli zaini per il giorno seguente che è già ora di cena ( 19:00 ) il rifugio è praticamente vuoto siamo in poco più di 10 persone…ceniamo tutti in compagnia tra una varietà di lingue parlate…la cena c’è da dirlo risulterà ottima in qualità e quantità…non sappiamo se per il fatto che siamo pochi ma BUONI 🙂 …in ogni caso siamo stati fortunati…carichi in animo ed energie per l’indomani. Ore 21 circa, definiamo un orario assieme alle altre cordate per svegliarci l’indomani e verso le 22 andiamo tutti a nanna. la sveglia è fissata per le 04:30. La notte passa tranquilla anche se il sonno mi raggiunge solo per poche ore…complice l’altitudine…alle 01:30 sono già sveglio come una campana…poco male…mi riposo….ma una moltitudine di pensieri mi pervade la mente…come reagirò alla quota ? alla stanchezza ? al ritorno lungo e faticoso fino a casa ? tutte incognite che aspettano risposta di li a poche ore.
Alle 04:30 la sveglia suona e io come tutti gli altri siamo in piedi a prepararci l’attrezzatura…pensavamo che avremmo impiegato un bel pò a preparaci ma mai previsione fu più sbagliata…abbiamo voglia di uscire fuori…siamo pronti e scalpitanti…alle 5:30 abbiamo appena finito colazione, usciamo, e come d’incanto la notte ci avvolge sotto una stellata meravigliosa…
siamo estasiati…tira una brezza leggera che a 3300 metri vuol dire mani congelate ma dobbiamo preparare nodi e cordata…ci impieghiamo una mezzoretta buona e alle 06:00 siamo pronti per partire già legati…cominciamo a salire…La prima parte della salita si svolge ( ahinoi ) sulle piste da sci svizzere…qui il passaggio a lato delle stesse da parte degli alpinisti è tollerato…saliamo quindi dal Teodulo al rifugio Guide del Cervino e da li seguiamo le piste verso il Piccolo Cervino.
Nel frattempo scoppia letteralmente un’alba meravigliosa senza nuvole sul Cervino e su tantissimi 4000…si notano distintamente : Il dent d’Herens, Il Grand Combin, Il Bianco , Il Gran Paradiso…insomma…uno spettacolo meraviglioso…
Siamo quindi in prossimità del Piccolo Cervino quando finalmente usciamo dalle piste e seguendo la marcata traccia facciamo il nostro ingresso nel Plateau dei Breithorn zona del ben più grande Ghiacciaio di Verra… dove si possono ammirare tantissime vette sopra i 4000 metri. Oltre ai nostri obiettivi di giornata , si notano molto bene Il Catore , Il Polluce, I meravigliosi Lyskamm la Roccia nera e il Breithorn orientale…una visione spettacolare a quota 3800 m. circa, condita dal sole che alzandosi velocemente esce dietro ai Bretihorn. Proseguiamo quindi sul Plateau…e ci dirigiamo verso est seguendo la traccia ( che ha più l’impressione di essere un’autostrada in questo punto ) fino a quando il pendio comincia a salire…qui la traccia diventa uno scivolo stretto che sale verso destra ( viso a monte ).
In prossimità di una deviazione ( la traccia crea una “z” nel pendio ) noi seguiamo dritti in direzione della sella tra i due monti…poco oltre la deviazione…finalmente…l’orologio scala l’altimetro alla fantastica quota 4000 mi fermo…sono emozionato…leggerlo è un conto…ma viverlo è ben altra cosa…
Proseguiamo verso la sella che raggiungiamo dopo aver passato la crepaccia terminale…faccio sicura a Simone che “sonda” il ponte di ghiaccio e in un lampo salta al di là del grande buco…facciamo sempre molta attenzione, siamo quasi certi di essere i primi a salire questa mattina , tutto sommato abbiamo scelto bene, infatti altre cordate si stanno dirigendo verso l’occidentale che per noi sarà la seconda cima di giornata… noi abbiamo preferito il giro contrario , così facendo ci stiamo gustando la salita in assoluto silenzio…gli alpinisti sul ghiacciaio di Verra sembrano formiche minuscole che passeggiano su un universo bianco…dopo poco arriviamo alla sella tra le due cime…a poco più di 30 centimetri dalla stessa notiamo un’altro grosso crepaccio che corre tutto lungo la traccia…ci spostiamo quindi con cautela e attacchiamo il pendio finale del Breithorn Centrale…qui la quota la sentiamo abbastanza…dopotutto è una bella rampa inclinata ( 30/40°) …il fiato corto e il cuore che batte in testa…ecco i segnali che aspettavo e che temevo…dobbiamo calare il ritmo…fortunatamente la sosta di qualche secondo riporta nuovamente i parametri sotto controllo…ora capisco una grande cosa…nell’alta montagna è la regolarità la legge fondamentale…. Poco oltre il pendio , arriva davanti a noi la parte più pericolosa della salita… infatti verso nord il Centrale è sempre contraddistinto da enormi cornici di neve che si formano durante le tempeste…qui seguiamo ancora la traccia che passa a destra di queste propaggini di dubbia tenuta … stiamo percorrendo gli ultimi metri in salita quando sentiamo qualche sinistro rumore sotto i nostri piedi ( forse complice il fatto che siamo tra primi a camminarci dopo una notte fredda sotto lo zero )…attimi poco raccomandabili e dove la paura , non lo nego , si fa sentire…immobili decidiamo il da farsi e in accordo proseguiamo la salita che poco dopo giungerà alla vetta… Primo 4000…grande gioia anche se le solite cornici non ci consentono di ammirare a pieno il panorama verso la svizzera e le sue montagne stupende.
Qualche foto e giù di nuovo alla sella per attaccare quindi la l’affilata cresta dell’Occidentale… percorriamo questa lama di coltello, che per 10 minuti circa diventa un sogno e una paura mescolati assieme…il mondo si riduce ai 20 centimetri di ghiaccio dove è d’obbligo mettere i piedi…e guai a sbagliare passo…( fortuna che il ghiaccio è ancora buono e bello solido) …oltre la cresta c’è un universo di cime che come da premio ci aspetta per essere ammirato una volta calpestata la cima…ma ora no…non è proprio il momento di distrarsi… sono le 9 e 45 quando finalmente la traccia allarga…e arriviamo sulla cima…larga e sicura di questo che è il monte più alto della catena dei Breithorn…siamo soli…non c’è vento…nessun rumore…nessuna nuvola…solo noi…sulla via normale vediamo parecchia gente che sale…ma che importa ??? in vetta ora siamo soli… dopo qualche minuto di contemplazione su questo panorama mozzafiato cominciamo la discesa per la via normale ovest, fino a calpestare nuovamente il plateau…
la stanchezza, non lo nego comincia a farsi sentire , ma dobbiamo tornare a casa per sera ( a Padova ) , quindi non possiamo perdere tempo prezioso…ripercorriamo le piste in discesa arrivando al Rifugio Guide del Cervino prima e tornando al Teodulo poi…facendo attenzione ai vari crepacci che a poca distanza demarcano per bene la zona pericolosa da quella “sicura”…siamo finalmente sul sentiero di ritorno…sono le 12 quando arriviamo al Teodulo…da qui altre 2 ore di discesa ci consentono di guadagnare finalmente il Centro di Cervinia…siamo tornati alla Base !!!
Proseguiamo poi verso casa con i grandi ricordi della giornata, arriveremo a Padova alle 22 cotti ma felici ! Grazie ai miei compagni di avventura che hanno condiviso con me la prima esperienza di alta montagna, siamo stati un gruppo affiatato e deciso a raggiungere i propri obiettivi senza mai trascurare la sicurezza e la serietà…cosa non scontata.
alle prossime uscite…
Andrea