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Una via di roccia che negli anni è divenuta una classica sulle medie difficoltà , una splendida intuizione che ti consente di guadagnare la cima di una bella torre di roccia, con una linea elegante…ecco cosa rappresenta il gran diedro dall’Oglio alla cima del Lago…a completare una scalata di circa 5 ore e 10 tiri di corda per uno sviluppo di circa 400 metri c’è la bellezza del panorama che circonda questo angolo di dolomiti…

E’ un giovedì di un caldissimo agosto , io e Simo partiamo di buon ora dal parcheggio della Capanna Alpina ( link )… saliamo veloci dapprima attraverso una verdeggiante valle e poi seguendo quella che d’inverno è una pista da sci verso il rifugio Scotoni, attraverso il segnavia 20 , un sentiero ( strada bianca ) ben segnato con tempo di percorrenza di circa 50 minuti dal parcheggio.

in salita verso il rifugio Scotoni con la meravigliosa cornice del Piz de Conturines baciato dai primi raggi del sole

Sono le 7:00 circa quando passando di fianco al rifugio, senza fermarci, proseguiamo il nostro cammino accompagnati dal fragore del torrente che ci scorre a destra. La meteo oggi è splendida, non ci sono nuvole, la temperatura è fin troppo alta e penseremo in seguito che abbiamo fatto gran bene a scegliere ( per caso ) una via di arrampicata a ovest, se fossimo stati al sole ci saremmo completamente cotti !

Dopo aver raggiunto il lago Lagazuoi, proseguiamo in direzione della forcella, il sentiero sale a fianco della cima Scotoni per poi dirigersi tra di essa e la cima del Lago. Ad un certo punto per tracce di sentiero bisogna portarsi in direzione nord costeggiando le pareti ed arrivando più o meno comodamente alla base della parete. La via inizia leggermente a sinistra rispetto al diedro vero e proprio !

La prima parte dell’arrampicata si svolge sul cosiddetto zoccolo della parete, cioè quella zona in cui la parete non è completamente verticale, la roccia non propriamente solida, le difficoltà non alte, il percorso non definito…insomma è più un riscaldamento rispetto a quello che solitamente viene dopo quando si “entra” nella scalata vera e propria . E’ in queste zone della parete solitamente che si concentrano le maggiori insidie e pericoli di un’arrampicata …è un controsenso se si pensa alla pura difficoltà, ma è la verità…per uno scalatore lo zoccolo è una rottura di c…….i . 😀

l’obiettivo del giorno , la cima del Lago è la torre sulla destra ,

sui primi quattro tiri di questa bella via la roccia è solcata da innumerevoli cenge orizzontali con tanti sassi ! quindi primo consiglio, FARE ATTENZIONE A NON MUOVERLI ! . E parlo per esperienza di giornata… appena arrivati all’attacco, infatti, ci mettiamo subito il casco e dopo poco sentiamo un sibilo sinistro … è una frazione di secondo e un sasso grande come un pugno piove forse mosso dalla cordata che ci precede…un missile che cade a non più di 10 metri da noi...l’abbiamo scampata bella... ( il CASCO DANNAZIONE , si vedono sempre troppe persone in giro per monti senza casco quando questo essenziale strumento SALVA la vita ! )

Siamo quindi in procinto di attaccare la via quando arriva all’attacco una cordata che durante la giornata si unirà in questa avventura verticale…sono Jim e Liam, due simpaticissimi signori inglesi ( da Manchester ) , validi e allenati scalatori che in viaggio sulle dolomiti si stanno dilettando a ripetere qualche scalata in ambiente unico…

Partiamo tutti assieme ! era da tempo che non respiravo l’aria frizzantina pre-scalata . I Primi tiri filano via lisci e veloci …si segue la parete e si sale un pò a destra e un pò a sinistra non più di 3° grado per percorso non definito … le soste si trovano sempre senza problemi ( cordoni da rinforzare posizionati su chiodi o clessidre ).

Finita la prima parte di arrampicata facile si sosta in prossimità di una cengia sotto a dei tetti di roccia gialla, da qui bisogna traversare a destra viso a monte verso il diedro vero e proprio senza però raggiungerlo, dopo circa 50 metri si raggiunge infatti una nicchia con due chiodi ( uno dei quali è uno spit, comunque ben visibili ) questa nicchia è il punto di attacco della seconda parte della via ( qui si sosta ! )

uno sguardo verso la seconda parte della parete e più precisamente il diedro sulla destra dove sale la via

siamo in perfetta tabella di marcia , attacco subito la nicchia con un passo atletico leggermente strapiombante ma ben protetto da un chiodo a pochi metri , devio a destra e sbuco fuori su parete appoggiata dove si sosta poco dopo , il tiro non è lungo , saranno all’incirca 20 metri, ma va bene così perché altrimenti le corde farebbero un attrito bestiale e sarebbe difficoltoso recuperarle. Simone mi raggiunge direttamente alla sosta che è a dire la verità un pò scomoda.

Liam e Jim nel frattempo rimangono sempre dietro di noi , più volte gli offriamo di superarci ma loro gentilmente rifiutano con l’indiscusso aplomb inglese, non hanno fretta, il tempo è bello , e soprattutto se la spassano a parlare e raccontarsi con noi ( più con Simo data la disinvoltura della lingua che gli appartiene 🙂 )

©Simo , alla sosta sotto la nicchia, Simo arrivando mi scatta una foto ,

ritornando alla via , dalla sosta inizia la sequenza di tiri con roccia strepitosa e difficoltà costanti sempre sul 4° grado, i tiri sono sempre verticali e sempre ben protetti con chiodi , si possono in ogni caso integrare le protezioni a piacimento con friend, dadi e cordini…

ci alziamo di quota , la seconda parte della via è composta da roccia splendida e appigliata

Si parte con un piccolo traverso verso destra e poi notando i chiodi sulla parete verticale si attacca direttamente il muro , la scalata risulta entusiasmante e per circa 35 metri bisogna stare concentrati sebbene i chiodi regalino una certa sicurezza . I tiri che seguono sono simili, difficoltà analoghe, roccia splendida ( a parte alcune cenge con detriti ) e protezioni comunque integrabili. Bisogna stare un pò attenti solamente percorrendo il 9° tiro dove quando si incontra una biforcazione del diedro bisogna imboccare la destra e non la sinistra.

ci alziamo di quota , qui una veduta verso il lago Lagazuoi

Arrivati quindi all’ultima sosta, Simo mi chiede se può salire da primo l’ultimo tiro , il più caratteristico dove il diedro forma una splendida “V” di roccia, io acconsento felicemente , vedo il mio compagno di avventura carico e concentrato , è il suo momento! . Si alza dalla sosta e prosegue sugli ultimi 20 metri della via , arrivando in cima poco dopo, contentissimo ( e ci credo ! )

Poco dopo parto anche io e finalmente lo raggiungo al termine della via ! il panorama si apre meravigliosamente sul lato opposto della parete , nel frattempo anche Liam e Jim attaccano l’ultimo tiro e ci raggiungono, siamo molto contenti e insieme ci avviamo verso la cima , poco dopo in prossimità di un ometto ci fermiamo e ci rifocilliamo con un bel panino, ci raccontiamo e scherziamo tutti assieme ammirando il panorama sublime.

l’ultimo tiro con il bellissimo diedro !
Liam e Jim ci raggiungono all’uscita della via !
la splendida vista all’uscita della via
Simone soddisfatto della giornata

dopo una buona mezzora di pubbliche relazioni Italia / Uk decidiamo che è ora di cominciare la discesa verso casa , sul versante che guarda alla forcella è presente una traccia ben marcata con ometti più o meno grandi , che dopo un paio di passaggi aleatori conducono ad un’ottima grande clessidra già attrezzata con maglia rapida per la discesa in corda doppia da 25m. circa che deposita alla fine delle difficoltà.

Arrivati alla forcella ci rendiamo conto che è già pomeriggio inoltrato e siamo maledettamente in RITARDO ! salutiamo calorosamente i nostri nuovi amici di oltre manica e ci gettiamo velocemente giù per il sentiero , frantumando credo il record di discesa dalla forcella all’auto 😀 .

Un’altra giornata meravigliosa tra le “nostre” dolomiti , di condivisione e amicizia, scalando le montagne più belle del mondo…molte volte quel giorno ci siamo ripetuti che siamo superfortunati ad avere queste cattedrali naturali a “pochi” chilometri da casa… dopotutto c’è qualcuno che per vederle parte in macchina…DA MANCHESTER !!! 😀

Grazie SIMO ! alla prossima

A N D R E A

p.s. per la relazione precisa della via consiglio di consultare quella che vi allego a questo link io l’ho seguita alla lettera e posso confermare che è precisissima .