Tàmer – San Sebastiano, 12 ore non stop immersi nella solitudine dell’agordino “dimenticato”
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Le Pale di San Martino in questo blog sono spesso state raccontate e fotografate, non solo per via della vicinanza da casa, da anni infatti le frequento, sono un gruppo esteso che offre innumerevoli gite di varia difficoltà , sono un terreno ideale se si vuole percorrere una via ferrata, offrono moltissimi ed affascinanti spunti fotografici, sono composte da roccia quasi sempre molto buona se si vuole percorrere una via di arrampicata…e sono tremendamente belle e selvagge…hanno tutto ciò che si può desiderare… sono un “arcipelago” di Bellezza !

Durante le innumerevoli salite al rifugio Pradidali negli anni, mi soffermavo spesso ad ammirare il campanile di roccia alto 300 metri che porta il suo nome, come un dente aguzzo si erge a sud del passo di Ball e accompagna con la sua imponenza i vari camminatori che passandogli sotto non possono che non ammirarlo. Sapevo che il campanile vista l’alta qualità della sua roccia godeva di ottima “reputazione” ed era percorso da varie vie di arrampicata classica…

L’obiettivo dell’uscita…il campanile Pradidali si erge con imponenza dietro all’omonimo rifugio

Quest’estate complice un weekend di meteo spettacolare lancio l’idea a Riccardo che si rende subito disponibile per un’avventura verticale…percorrere lo spigolo Delvecchio, una via di roccia molto conosciuta…a tutti gli effetti una classica di questo tempio di roccia.

Chiamando il rifugio qualche giorno prima, purtroppo ricevo la spiacevole notizia che non ha posti letto disponibili per la notte di sabato…che fare quindi ? dopotutto la meteo è veramente buona e sarebbe un peccato andare a scalare una via corta di mezza giornata. Allora propongo a Riccardo di salire ugualmente sabato nel pomeriggio ma di dormire all’addiaccio solo con un telo “tarp”…rendendo quindi la nostra avventura più “piccante” 😀 …ovviamente Riccardo, da buon malato di montagna quanto me…accetta…

Manco a dirlo gli zaini alla partenza del parcheggio del “Cant del Gal” sono stracolmi…oltre al materiale per la nottata abbiamo il cibo e l’acqua necessari alla notte e alla colazione dell’indomani e ovviamente tutto il materiale alpinistico che ci servirà per la scalata ( corde , moschettoni, imbrago, casco….e chi più ne ha più ne metta )… non vi dico la schiena 😀

Il bello è che ci aspettano ben 1100 metri di dislivello positivo…sarà dura…partiamo dal parcheggio alle 17:30…la salita è come sempre uno spettacolo unico, si inerpica prima nel bosco e poi con il diradarsi della vegetazione affronta le rampe di sentiero che non mollano mai un centimetro fino al rifugio…

Sulla sinistra sempre una grande cima ad osservarci…il Sass Maor, un paretone di 1000 metri che solo a guardarlo fa rabbrividire quanto è bello…e pensare alle vie di arrampicata che lo percorrono fa letteralmente sognare ad occhi aperti !

in partenza direzione Pradidali
in salita verso il rifugio

Dopo un paio d’ore siamo nei pressi della conca d’erba che rilassa un pò i muscoli prima della finale impennata al rifugio, siamo oramai arrivati ma uno spettacolare tramonto sulle cime attorno a noi ci fa fermare ed ammirare queste pareti infuocate…la cima Canali tra le tante si accende di un arancione carico di magia, arriviamo finalmente al rifugio stanchi ma felici…sono le 20:30, poco prima dell’imbrunire…non perdiamo tempo e cerchiamo subito uno spot per la notte…e in men che non si dica lo troviamo immediatamente. Un fazzoletto d’erba meravigliosa e morbida…riparato da un grosso masso, decidiamo che sarà la nostra casa per una notte…

Il tarp è veloce da “settare”, in 5 minuti è aperto e tirato a puntino…distribuiamo tutta l’attrezzatura alpinista, gli zaini, i sacchi a pelo e dopo una veloce capatina sulla terrazza del rifugio a conoscere qualche altro climber ( che scopriremo essere un nostro compagno di avventure per l’indomani ) ci concediamo un buon panino come cena…

le luci si accendono sulle splendide guglie della cima Canali
verso le Vette Feltrine e il Sass de Mura
pronti per la notte
ultime luci infuocate
magia
il Campanile Pradidali , è la guglia sulla sinistra
ci prepariamo per la notte

Non appena finita la “cena” ci corichiamo per la notte infilandoci nei sacchi a pelo…è sempre magico dormire in tarp…oddio dormire è una parola grossa…diciamo riposare…la bellezza di bivaccare in questo modo è la totale assenza tra te e il cielo notturno…mentre Riccardo dopo 5 minuti parte a russare 😀 io mi gusto la nascita delle stelle e volutamente esco con la testa a guardare il cielo e medito osservando l’infinito sopra di me…il sonno arriva senza fretta…lentamente mi faccio cullare dai pensieri e dalle folate di vento teso che sferzano la vallata…è ora… chiudo gli occhi…notte…

Sono le 05:00 quando mi risveglio…comincia lentamente una nuova danza…quella dell’aba…il vento freddo che nella notte si era placato ora ricomincia a sferzare il tarp…apro gli occhi e subito l’attenzione viene catturata dall’obiettivo di giornata…il campanile !

al risveglio, il mattino seguente
alba sulla conca del Pradidali

Man mano che il cielo si tinge con i primi raggi di sole appena sorto, sveglio Ric e cominciamo subito a prepararci per la salita…dismesso “l’accampamento” facciamo un salto al rifugio per un caffè caldo e non perdendoci in chiacchere partiamo subito alla volta del Campanile…vogliamo essere i primi ad attaccarne lo spigolo !

Seguiamo il sentiero fino al Passo di Ball e poi per tracce all’attacco della via di roccia , che si distingue da una lapide in ricordo di un alpinista scomparso… la via segue l’evidente spigolo di nord est…è generalmente caratterizzata da roccia molto buona e noi non vediamo l’ora di saggiarne la qualità…parte Ric, poi io per il secondo tiro…seguiamo quindi la via che regala veramente una roccia ai limiti del sublime…anche se , a mio avviso , non a livello dello spigolo del Sass d’Ortiga, scalato sempre con Riccardo qualche anno fa e recensito sempre nel blog ( ne consiglio la lettura all’articolo dedicato ).

il campanile nei pressi del Passo di Ball

Non mi dilungo molto sulla salita e le peculiarità dei tiri ( per quello ci sono le relazioni tra le quali consiglio quella dei SassBaloss sul loro sito ) , mi soffermo però sulla bellezza dei panorami , sulla verticalità di alcuni passaggi ( anche di V° ) che dobbiamo affrontare , mai con la paura del difficile bensì con la consapevolezza che comunque stiamo arrampicando su una roccia di qualità eccelsa…

Snoccioliamo tiri in continuità e sempre in “alternato” mantenendo la testa delle cordate che ci seguono dietro di noi, siamo contentissimi, la giornata è perfetta, qualche nuvole oscura il sole ma in sostanza la meteo si conferma stabile ( non scontato in questo angolo di Dolomiti )… infine saranno 11 tiri di roccia per 5 ore di ascensione…siamo in cima alle 13:00 , una grande emozione ci pervade quando giunti in vetta suoniamo la campana caratteristica…un autentico spettacolo ci circonda.

Quasi riusciamo a scorgere tutte le cime del Gruppo…ma una di loro imponente come un transatlantico si staglia a Nord, è la Pala di San Martino con il Bivacco posto in cima…un sogno…Magari un giorno avrò il coraggio di ingaggiarmi sulla via di roccia del “Gran Pilastro” … magari…vedremo, ora non resta che ammirarla e sognare…

si scala
in cima la campana e in secondo piano la Cima della Madonna e il Sass Maor
una cima sopra tutte…la Pala di San Martino…il puntino in cima è il Bivacco

Siamo contenti ma non è affatto finita, ci aspetta una discesa delicata , che dico…delicatissima…con calma e sangue freddo, dopo aver sistemato la ferraglia scendiamo verso sud su terreno molto infido, con diversi passaggi da affrontare slegati seguendo le tracce che consegnano ad una serie di doppie verticali ( talvolta nel vuoto ) che con un salto di 150 metri portano alle ghiaie vicino al sentiero attrezzato “Nico Gusella”.

La discesa è a tratti estenuante non lo nego…dopotutto è da un po’ che la “testa” non è allenata psicologicamente a certi ambienti. Se devi muoverti con disinvoltura in certi luoghi dove il minimo errore lo paghi caro devi frequentarli il più possibile…e questo mi rendo conto mi manca un po’…

Ad ogni modo nulla di impossibile, basta avere sempre la testa sulle spalle e calcolare ogni singolo passo e il gioco è fatto !

Alle 16:30 siamo nuovamente al Pradidali a gustarci una meritata birra e a riempire la pancia con un super panino….E POI ? Beh vi ricordate i 1100 dell’andata…adesso ci tocca cuccarceli al ritorno E IN DISCESA ! 🙂 …siamo masochisti !

Arrivo al parcheggio ore 18:00 , arrivo a casa ore 21:00 , assolutamente DILANIATI…MA FELICI !

verso cima Canali, la Fradusta e l’altopiano delle Pale !

Che dire anche questa uscita è stata un miscuglio di fascino, avventura, adrenalina, bellezza…tutto ciò che si possa chiedere ad una gita da ricordare, si potrebbe dire una endurance “de noaltri” in mezzo alle nostre care amate dolomiti…una serie di flash da archiviare nel libro dei ricordi…

alle prossime uscite

A N D R E A