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Dopo un periodo dedicato alle salite alpinistiche,  in questo bellissimo e (stranamente) nevoso autunno mi sono di nuovo dedicato alla fotografia…palcoscenico di questa ultima uscita è un territorio fin d’ora a me sconosciuto, le Alpi Carniche, al confine con l’Austria.  Il progetto per questa nuova uscita è quello di salire al Lago Volaia, meraviglioso specchio d’acqua che si trova a qualche decina di metri proprio in territorio austriaco, e che , in estate, è facilmente raggiungibile partendo dal Rifugio Tolazzi ( 1350 m. ) che si trova a monte del paese friulano di Forni Avoltri ( UD ).   Noi abbiamo per l’appunto salito il versante sud del sentiero CAI 144  proprio partendo dal Tolazzi ( chiuso nel periodo invernale salvo qualche week end ) e abbiamo raggiunto il Rifugio Lambertenghi ( anch’esso chiuso ) in circa 2 ore e 15 minuti.   Dalla partenza viene segnalato circa 1 ora e 45 minuti al rifugio a monte, ma noi , vuoi per pause di riposo ( zaino carico ) vuoi per fare qualche fotografia , vuoi per la neve ( quasi sempre presente ) l’abbiamo presa comoda e ci siamo goduti questo nuovo ambiente !  e che ambiente mi verrebbe da dire !!! il sentiero sale il vallone circondato da pareti impervie di fantastico calcare. Salendo, a est sono le bastionate del monte Coglians e del Lastrons del Lago a monopolizzare la vista, a ovest la fa da padrone il monte Capolago.  Effettivamente molto alte, queste pareti rendono la valle di accesso al Rifugio Lambertenghi abbastanza stretta , donandole solo poche ore di luce solare durante il giorno sebbene sia un sud pieno !

Partiamo dal Tolazzi alle 12 e 30 , dopo aver “pranzato” velocemente, non sappiamo infatti le condizioni del sentiero di salita e dato che il nostro obiettivo è fotografare , vogliamo essere al lago in tempo per studiare qual’è la location migliore per tramonto e notturna.  Nella prima parte il sentiero si sviluppa su strada forestale larga e ben segnalata, noi abbiamo seguito per intero la strada, c’è da dire però che è  anche possibile percorrere una “scorciatoia” del sentiero che taglia alcuni tornanti seguendo la sinistra orografica della valle. ( noi l’abbiamo percorsa in discesa di notte  )  dopo qualche tornante la strada si riduce a sentiero e noi proseguiamo in direzione dei pilastri della teleferica che arriva al Rif. Lambertenghi Romanin. valido supporto per le provviste del rifugio purtroppo i cavi e pilastri rovinano irrimediabilmente questo , che senza di essi sarebbe un paesaggio da favola…peccato ma altro non si può fare se in estate si vuole cenare degnamente in un rifugio alpino, e comunque tanto meglio la teleferica che l’elicottero.

Sul sentiero è presente parecchia neve, come prevedibile quindi la velocità di salita si abbassa e di non poco , abbiamo tutto il materiale fotografico sulle spalle, vestiario pesante, LE MALEDETTE ! vale a dire le CIASPOLE e l’occorrente per cenare ( fornelli , , gas compresi )   I colori autunnali regalano nel frattempo dei meravigliosi scorci , tra alberi, rocce e neve i contrasti sono veramente degni di nota, poco prima della valle che precede il rifugio facciamo un incontro singolare con due bikers che stanno scendendo , per modo di dire, il sentiero con le mountain bike , si fa per dire in quanto tra ilarità e risate di tutti ogni 3 metri sono gambe all’aria con la bici piantata in mezzo metro di neve.   “Credo che non ci sia terno al lotto migliore per farsi del male serio ” pensiamo tra noi e noi e neanche troppo velatamente ci confrontiamo sulla pazzia che stanno correndo i due che sembrano divertiti , speriamo per loro che arrivino a valle integri. Il bello è che molte volte ci viene ribadito che siamo noi dei pazzi a salire in certe condizioni e a scendere nella totale oscurità in mezzo alla neve…bene questa volta qualcun altro ci ha passati di gran lunga !!!!

Oramai siamo al Lambertenghi e appena arrivati creiamo il nostro “campo base speciale” dentro al portico fronte entrata, c’è un bel pò di neve riportata dal vento ( circa 1 metro) ma facendoci un pò di spazio riusciamo a predisporre il fonellino da campeggio in modo tale che sia bello riparato dalla brezza gelida. Urge cambiarsi immediatamente, e vestirsi con tutto l’occorrente più caldo che abbiamo, il sole è già un miraggio ma sta ancora illuminando le cime sopra le nostre teste.

Dopo un veloce briefing sul da farsi ci facciamo immediatamente un thè caldo che ci ristora e poi lasciando tutto al rifugio ci dirigiamo verso il Passo Volaia posto poco sopra al Lago. Appena arriviamo la visuale spazia sul territorio austriaco, il lago completamente ghiacciato , in fondo il rifugio austriaco Volajerseehutte, con il caratteristico cippo di confine sopra al colle che svetta imponente. Paesaggio da favola

 

Abbiamo con noi le fotocamere e l’occorrente per il materiale fotografico , le luci del tramonto si stanno allungando , il contrasto tra il freddo ambiente del lago e le cime incandescenti delle montagne è meraviglioso, sarà un freddo e bellissimo tramonto anche se purtroppo privo di nubi a dare qualche spunto artistico maggiore, poco male la stellata che seguirà successivamente speriamo sia all’altezza della situazione…non saremo delusi.  Dopo il tramonto torniamo al rifugio e ci prepariamo una deliziosa cena a base di formaggio, affettato e canederli in brodo che ci fa assolutamente rinvenire le forze e lo spirito. Tra qualche “ciaccola” e qualche risata puliamo tutto e prepariamo il materiale fotografico per tornare al lago a fare foto alle stelle…la temperatura non è impossibile, muovendosi si sta abbastanza bene, appena arrivati nuovamente al lago ci posizioniamo sulle sponde ghiacciate e cominciamo a scattare per una buona ora coperti da un cielo meravigliosamente limpido e senza luna…siamo ammaliati da questo scenario, la neve cattura quel poco di luce e ci fa notare anche la silhouette delle montagne…che spettacolo.

sono le 19 e 30 quando decidiamo di ritornare definitivamente a recuperare il materiale rimasto a rifugio e frontali in testa di ripercorrere a ritroso il sentiero dell’andata, in mezzo alla più totale oscurità e accompagnati dalla meravigliosa sera siamo di ritorno alle auto alle 21.00 e a casa a Padova all’01:00 di notte… un’altra giornata da ricordare, un’altra giornata fantastica.

qualche considerazione : 

1) il Lago è meraviglioso anche ghiacciato , figuriamoci in estate, un’autentica perla da non  mancare

2) il sentiero è chiaro e facile, quindi lo consiglio vivamente anche ai meno allenati, la quota non è esagerata, quindi andateci

alla prossima uscita, spero di tornare in quota molto molto presto !

Andrea

in salita

verso il tramonto

la cenetta è servita

stelle ne abbiamo ? 🙂