Monte Rosa , Capanna Regina Margherita alla Punta Gnifetti e Balmenhorn in una domenica senza nuvole…più di così non si può chiedere !
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La Marmolada in questo blog è sempre stata raccontata, fotografata e ammirata. E’ un punto fermo nel mio background di appassionato escursionista e mediocre alpinista. Purtroppo non sono mai riuscito a cimentarmi sulle vie di arrampicata che percorrono l’immensa e famigerata parete sud, ma ne ho letto le innumerevoli avventure dei giganti dell’arrampicata…ebbene è così…la parete sud della Marmolada è un gigantesco muro di roccia tra le più solide e compatte delle Dolomiti ( e del mondo ) che ha consentito di realizzare degli itinerari alpinistici iconici che negli anni sono diventati pura leggenda per difficoltà e arditezza…e questo weekend è stato un vero e proprio omaggio a questo scoglio di roccia…L’escursione programmata con Dario era semplice ma comunque affascinante, salire la Val Ombretta, godersi un tramonto dalla Cima Ombretta ( 3011 m. ) e dormire al bivacco Dal Bianco posto poco sotto alla cima, al passo Ombretta.

Sabato mattina partenza di buon ora verso Malga Ciapela dove arriviamo alle 10 circa…partiamo verso la val Ombretta e il Rifugio Falier, prima vera tappa dell’escursione…dopo qualche decina di metri di dislivello entriamo finalmente nella valle oltrepassando l’omonima malga…è la prima volta che frequento questo angolo di dolomiti e devo dire rimango estasiato dalla bellezza e dall’imponenza di questo luogo, si è circondati da alte cime tutto attorno, ma devo dire, è “la sud della regina” che ti attira come una calamita e toglie il respiro per le sue dimensioni…gigantesca !

in salita verso la val Ombretta , con Pelmo e Civetta sullo sfondo

Oltrepassata la malga ci dirigiamo verso il rifugio che si raggiunge in poco più di mezzora seguendo un sentiero in falso piano con una leggera rampa alla fine. Una piccola sosta e continuiamo la salita che ora cambia connotazione, si sale su classico stretto sentiero dolomitico e si arriva ad un tratto di ghiaione che scende direttamente dal Passo Ombretta. Il bivacco è in vista da un po’ di tempo ma la fatica comunque si fa sentire proprio in questo ultimo pezzo, il ghiaione è sempre una “tortura” in salita…meglio sicuramente la discesa :).

Dario in salita verso il rifugio
la straordinaria val Ombretta
l’immensa parete sud della Marmolada
l’ultima rampa prima del Falier
il rifugio Falier è situato in un luogo fantastico
la Nord ovest della Civetta…sempre ipnotica
paesaggi che non stancano mai

Arriviamo al bivacco poco dopo pranzo e come immaginavamo lo troviamo pieno di escursionisti…Un gruppo di ragazzi di Vicenza e uno di Treviso…facciamo due rapidi conti e capiamo che sarà difficile dormire tutti in quota, siamo troppi…fortuna vuole che i ragazzi di Vicenza abbiamo saggiamente portato la tenda da 4 posti per sicurezza…così facendo liberano alcuni posti letto del bivacco anche a noi ! super gentili !…abbiamo quindi l’opportunità di realizzare la nostra escursione come da programma ( l’alternativa era di fare il tramonto dalla cima scendere al rifugio Falier e usufruire del locale invernale, opzione non sicuramente ideale ).

Dopo un paio di ore di relax al bivacco decidiamo che è tempo di salire alla vicina cima Ombretta per tentare di fotografare il tramonto, dal bivacco la cima dista circa di 45/50 minuti di ascensione , dopo un piccolo tratto di cavi di ferro ( a mio avviso non è necessario il kit ferrata , ma è una scelta soggettiva ) ci si presenta davanti un nuovo “infernale ghiaione maledetto” che ci porta alla selletta che divide la cima orientale ( la nostra meta ) da quella “di mezzo”.

dal Passo Ombretta verso la Val di Fassa

Da qui alla cima la via è semplice anche se in alcuni punti esposta…ma basta avere un passo fermo e anche questi passaggi corrono veloci senza intoppi fino alla tanto agognata cima…con Dario ci stringiamo la mano e dopo qualche battuta è tempo di attesa sperando nella luce calda del calar del sole.

Dal bivacco alla cima il panorama si apre notevolmente, a sud verso il sasso Vernale e Cima Uomo, a ovest verso il Catinaccio…e a nord la Marmolada è la vera protagonista…forse questo è il “balcone” naturale per ammirarla meglio…Durante la salita ci imbattiamo anche in svariate fortificazioni e cunicoli della prima guerra mondiale…fa sempre impressione immaginare i soldati a combattere oltre che contro il nemico contro il freddo feroce dell’inverno dolomitico dei primi anni del ‘900…e non erano inverni come quelli odierni…erano rigidissimi figuriamoci a 3000 metri…

Nel frattempo le nuvole , complice la calda giornata appena trascorsa cominciano a formarsi a est verso il Cadore, salgono inesorabili e cominciano a ostacolare la vista della valle e delle cime più belle come Pelmo e Civetta…caspita…per fortuna a ovest verso il sole la situazione è migliore…ma che ci vuoi fare ? alla meteo non si governa e per le uscite fotografiche ci vuole tra le tante variabili anche una buona dose di fortuna…attendiamo circa mezzora sperando che il sole colori degnamente le cime circostanti…ahimè invano.

la parete sud della Marmolada in metà della usa interezza
la cresta finale prima della cima
verso il sasso Vernale
stratigrafie nere della roccia
luce mistica sul Vernale
dalla cima verso valle l’ombra proiettata sulle nuvole
verso il Catinaccio a ovest

Rimaniamo in cima fino a che anche la più flebile luce se ne va, spero fino all’ultimo che le nuvole a valle svaniscano…purtroppo però nulla accade…ma non importa , è sempre un privilegio vivere certi momenti in compagnia , quindi decidiamo di scendere per gustarci una bella cena al bivacco !

Dopo esserci rifocillati con spatzle e salame 🙂 , usciamo a gustarci le stelle prima di coricarci, la luna piena è appena sorta e illumina a giorno l’intero paesaggio, ne approfitto per scattare un paio di foto.

la parete sud
la nostra “casetta per una notte”

Sono le 21:00 quando ci buttiamo nei piccoli letti caratteristici di questi bivacchi, hanno 9 posti ma sono parecchio angusti, non vi dico le risate per intrufolarvisi sopra…proprio uno spasso…la notte poi passa veloce , fuori tira un gran vento e fortuna vuole che il bivacco sia stato posizionato al riparo dietro ad uno sperone di roccia…scelta saggia quella volta da parte di chi l’ha costruito !

La mattina poi arriva inesorabile e con lei l’alba…alle 06:00 circa il bagliore delle prime luci appare fronte a noi…questa volta però niente foto…è da tempo che mi manca l’alba in dolomiti e voglio gustarmela tutta , senza nulla che mi distragga…e come sempre è un’emozione unica…

Sono le 08:00 quando, sistemato il bivacco, salutiamo i nostri compagni di avventura e scendiamo per il sentiero che sabato mattina abbiamo percorso in salita…almeno ci divertiamo perché il ghiaione in discesa sembra proprio fatto per correrlo , sprofondando con i piedi nella dolomia sminuzzata in millenni 🙂 . Abbiamo addirittura la fortuna di incontrare un branco di stambecchi…che sono anche piuttosto confidenti nei nostri confronti lasciandosi ammirare abbastanza ravvicinati…un’ultima emozione prima di ritornare nuovamente appagati all’auto.

GRAZIE DARIO PER LA COMPAGNIA

Alle prossime uscite

A N D R E A